Il tavolo tecnico convocato per lo scorso 29 aprile sarebbe stato probabilmente il più importante fra quelli svolti finora all’interno della rete istituzionale, se tutti gli Enti si fossero presentati, invece che sottrarsi al dialogo. La sua importanza si evinceva proprio dai punti all’ordine del giorno elencati in convocazione (spedita l’8 aprile, quindi con ampio anticipo):
1) lavori all’interno del canale scolmatore n.1;
2) progetto per il riequilibrio idrico dell’area;
3) utilizzo di fondi destinati all’area protetta.
Erano presenti solamente l’Amministrazione Comunale che, è bene ricordarlo, con questa Rete istituzionale sopperisce ad una grave inadempienza della Provincia, e le associazioni: GLC Lipu “Area delle Gravine”, Cova Contro, Legambiente Policoro, Legambiente Montalbano J., WWF Policoro e AEOP. Totale assenza della Regione Basilicata, della Provincia di Matera, del Consorzio di Bonifica e dei Carabinieri Forestali (l’assenza di questi ultimi non ha destato nessuna sorpresa, non essendosi mai presentati a nessun incontro). Di questi Enti nessun delegato o referente ha preso parte, né in presenza né in collegamento.
Dopo aver atteso invano l’arrivo di chi non ha inteso essere presente, il Sindaco insieme alle associazioni ha affrontato ugualmente i punti all’ordine del giorno. Riguardo al primo punto, il Gruppo Locale di Conservazione Lipu “Area delle Gravine” e Cova Contro erano già intervenute pubblicamente con un comunicato stampa, sollevando le loro preoccupazioni e le forti ripercussioni negative che il progetto del Consorzio di Bonifica potrebbe avere sul Bosco Pantano. La Regione e il Consorzio avrebbero dovuto dare non poche spiegazioni. Ad esempio: perché omettere la presenza della ZPS/ZSC, dichiarando, di fatti, il falso? Perché non viene menzionata la VIncA e viene esclusa la VIA? Come possono essere usati 8.357.177,35 euro, afferenti al PNRR, non entrando in contrasto con il criterio inderogabile del DNSH (non arrecare danno agli obiettivi ambientali)? Ma, soprattutto, come può la Regione Basilicata avere approvato un progetto di questo tipo?
Sarebbe opportuno capire, poiché i lavori non sono partiti, se il progetto, in seguito a tutte le irregolarità segnalate, si sia arenato oppure no.
Sul progetto per il riequilibrio idrico dell’area, nello scorso tavolo tecnico svoltosi a settembre, la referente della Regione Basilicata si era detta pronta entro ottobre a tornare in Comune per presentarlo all’Amministrazione e alle altre associazioni. Ennesima promessa infranta. Nell’albo della Regione Basilicata è presente una delibera di giunta con la liquidazione per l’attività progettuale per le “Azioni di conservazione e valorizzazione degli ambienti acquatici e ripariali ed a sostegno del ripristino del bosco Pantano di Policoro” ma, come al solito, nulla di più del titolo della delibera. E’ di qualche giorno fa la notizia della firma del verbale di avvio ai lavori di rinaturalizzazione del Bosco Pantano di Policoro. Presenti l’assessore all’ambiente della Regione, il rup del progetto e la referente dell’ufficio parchi, il WWF di Policoro e l’Unibas. Quindi, riassumendo, più volte sono state chieste alla Regione durante i tavoli tecnici delucidazioni su questo progetto ma mai nulla di concreto è stato detto, poi, arriva l’impegno di presentare il progetto in Comune ad ottobre 2024 e condividerlo con tutti i partecipanti. Passano i mesi ma nessuna nuova. Allora il Comune convoca un altro tavolo tecnico, inserisce il progetto come punto all’ordine del giorno, e allora la Regione dà forfait. Passano poco più di due settimane e si dà notizia dell’incontro in Regione e della firma del verbale alla presenza di pochi.
La domanda sorge spontanea: perché si vuole evitare a tutti i costi di sottoporre il progetto alla rete istituzionale?
Sulla questione dell’utilizzo dei fondi dovrebbe essere la Provincia invece a dialogare. I fondi provinciali sulle compensazioni ambientali sono una somma cospicua, legata all’Itrec della Trisaia di Rotondella, ma seppure, come appurato ad esempio dall’indagine della DDA e dalla recente determina della Provincia, il Bosco Pantano ha subito e subisce la vicinanza a questo sito, neanche una parte di questi ultimi viene destinata alla tutela dell’area protetta. In aggiunta, come è già successo in passato, sarebbero disponibili altri fondi per l’area a tutela. Sarebbe utile capire in che modo l’Ente suddetto abbia intenzione di spendere queste risorse.
Giunti al 5° incontro il dialogo e la collaborazione dovrebbero essere ormai consolidati. Eppure la realtà è ben diversa. Basta inserire precisi punti all’ordine del giorno per vedere diverse sedie vuote. Invece di costruire un dialogo fattivo che porti ad una REALE protezione del Bosco, c’è chi preferisce defilarsi dalle proprie responsabilità. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la tutela dell’area protetta sarà possibile solo attraverso una piena e trasparente collaborazione fra Enti e associazioni aventi come UNICO obiettivo il bene del Bosco Pantano.