Il Bosco Pantano di Policoro (MT) si sviluppa a sinistra del fiume Sinni, in Basilicata, lungo la linea di costa. E’ il relitto di una delle più estese foreste planiziali igrofile del meridione. Si tratta, quindi, di un bosco che si sviluppa in pianura e nel quale sono presenti specie vegetali che, per poter sopravvivere, necessitano di molta acqua e di terreni molto umidi. Prima dei tagli della Riforma Fondiaria e delle opere di bonifica, occupava una superficie di 1600 ha (ettari) di bosco e 110 ha di stagni, coperti per il 45% da frassino, 30% da olmo, 15% da ontano e per il 10% da pioppo, quercia e altre specie. . Seppure la superficie dell’area attuale rispetto a quella del secolo scorso si è fortemente contratta, rappresenta comunque il bosco planiziale più esteso di tutto il sud Italia.
E’ una Riserva Regionale Naturale Orientata, una Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale) e una Z.S.C. (Zona Speciale di Conservazione). La gestione della Riserva è affidata alla Provincia di Matera.
Sono presenti 19 tipi di habitat ed almeno 40 specie faunisitche di interesse comunitario. Ciò significa che questi habitat e queste specie sono inseriti in direttive europee che ne impongono la protezione.
La ricchezza e l’unicità del Bosco Pantano risiede, prima di tutto, nella diversità degli ambienti presenti all’interno dello stesso. In poche centinaia di metri in linea d’aria si incontrano diversi tipi di vegetazione con un susseguirsi di una enorme varietà di specie.
La gramigna delle spiagge, il giglio di mare, diverse specie di euforbie, l’efedra distachia, l’erba medica marina, lo sparto pungente.. sono presenti lungo il litorale. Sono specie psammofile, adattate a vivere in ambienti sabbiosi. Spostandosi nell’area dunale e retrodunale domina la macchia mediterranea: ginepro, lentisco, alaterno, rosmarino, mirto, cisto, fillirea, elicriso… sono solo alcune delle specie tipiche. Dirigendosi verso le aree più interne, si giunge al cuore vero e proprio della foresta: il bosco igrofilo. Frassino ossifillo, ontano, olmo, farnia, carpino, acero campestre svettano tra i rovi, e ancora salsapariglia e altre specie che costituiscono un fitto sottobosco. A connettere le diverse fasce vegetazionali nei canali artificiali e lungo il Sinni è la vegetazione ripariale. Pioppi, salici, cannucce di palude, tife e altre specie offrono riparo, cibo e via per gli spostamenti alla fauna, fungono da tampone durante le esondazioni e sono capaci di assorbire sostanza inquinanti.
Una grande biodiversità vegetazionale ha permesso lo sviluppo di una altrettanto grande biodiversità faunistica.
Tra i mammiferi presenti spiccano: il lupo, la lontra, la martora, l’istrice, il tasso, il cinghiale, la volpe e il capriolo. Tra le specie di uccelli invece: il fratino, l’airone cenerino, l’airone bianco, l’airone rosso, la garzetta, la sgarza ciuffetto, il tarabuso, il tarabusino, il falco di palude, il germano reale e altri anatidi; il cavaliere d’Italia, i cormorani, il mignattaio, la nitticora, il porciglione, lo sparviere, il gheppio, la poiana, il picchio rosso minore, il picchio verde, il piro piro… La cicogna nera, il falco pescatore, l’albanella reale ed altre specie sostano nel bosco, periodicamente, per un tempo più o meno lungo. Raganella, rospo smeraldino, tritone italiano, luscengola, ramarro, vipera, biacco, biscia, cervone rappresentano invece i rettili e gli anfibi presenti nell’area.
Gli insetti meritano una particolare attenzione. Per comprendere quanto l’area sia importante per l’entomofauna, basti pensare che uno studio pubblicato nel 1986, riguardante solo i coleotteri, ha elencato 1823 specie, ritenendone probabilmente presenti anche 2200. Calcolando intorno a 11000 le specie di coleotteri italiani, è possibile affermare che nel Bosco Pantano è presente il 20% della coleotterofauna italiana! La Rosalia alpina rientra nell’elenco delle specie presenti.